Immigrazione

Stagionali. Imprese e lavoratori ancora in attesa del nuovo decreto flussi

In ritardo gli 11 mila ingressi dall’estero promessi dal governo. Caponi (Confagricoltura): “Meno pressing rispetto al passato, intanto raccogliamo le domande”
Roma – 2 aprile 2015 – La primavera è arrivata, ma ildecreto flussi per i lavoratori stagionali no. Così, mentre la natura si sveglia e i campi danno i primi frutti, chi dovrebbe raccoglierli è ancora bloccato a migliaia di chilometri di distanza.
Il decreto che autorizzerà l’arrivo dei lavoratori in Italia dando il via alle domande di assunzione è pronto da tempo. Prevede 11 mila ingressi per il 2015, confermando  il calo degli ultimi anni: l’anno scorso furono 15 mila, nel 2010 addirittura 80 mila. Se non arriva in Gazzetta Ufficiale, le aziende agricole e turistiche non possono  però chiamare i lavoratori di cui hanno bisogno.
Il decreto è in ritardo rispetto alle previsioni e diversi associati ci stanno chiedendo quando uscirà. Rispetto agli scorsi anni, però il pressing è decisamente inferiore” dice a Stranieriinitali.it Roberto Caponi, responsabile dell’area sindacale di Confragricoltura.
“Molti stagionali nei campi sono infatti cittadini comunitari e per assumerli non serve il decreto flussi, poi ci sono gli extracomunitari disoccupati già presenti regolarmente in Italia e anche gli  italiani che, complice la crisi, sono tornati a lavorare nell’agricoltura, una sorta di settore rifugio” spiega Caponi. È anche per questo motivo, del resto, che quest’anno il ministero del Lavoro è stato così avaro nel fissare il tetto dei nuovi ingressi.
Intanto, comunque, le associazioni di categoria non stanno con le mani in mano. “Presso le nostre sedi territoriali stiamo già raccogliendo le domande, che poi presenteremo appena verrà pubblicato il decreto flussi, senza perdere ulteriormente tempo”  dice il dirigente di Confagricoltura.
Da tempo le associazioni si propongono come unico canale di invio delle domande, sostenendo di poter fare da “filtro”, evitando domande “false” . Tante volte volte, infatti, dietro le domande non c’è davvero un’azienda intenzionata ad assumere uno stagionale, ma solo il tentativo di far arrivare in Italia o regolarizzare un cittadino straniero, magari in cambio di denaro.
Tutte le domande presentate gli scorsi anni attraverso Confagricoltura si sono trasformate in una vera assunzione? “In alcuni casi no, – ammette Caponi –ma sono stati casi marginali. E in genere è successo perché l’autorizzazione all’ingresso del lavoratore è arrivata così tardi che ormai alle aziende non serviva più“”.
(tratto da Stranieriinitalia.it)